Guerrieri la campagna di marketing di Enel sui social media è il classico esempio di ciò che non deve essere promosso sulle piattaforme sociali, non si spiega come una società di tale dimensioni non sia riuscita a prevedere attraverso i propri esperti di marketing un autogol di tali dimensioni a livello di immagine, a meno che lo scopo della campagna di marketing non fosse proprio quello di sollevare un vespaio. Come ben sa chi si occupa di visibilità e promozione su Internet non tutte le attività sono adatte ad essere promosse attraverso i social network e le altre piattaforme 2.0 che permettano agli utenti di interagire in modo attivo. La prima valutazione da fare è sempre quella sul servizio o sul prodotto che vogliamo promuovere, è logico che un cattivo prodotto o un servizio impopolare, come in questo caso a causa dell'alto costo, non può ottenere consensi nei commenti delle persone, in questi casi è meglio affidarsi a tecniche di marketing classico dove non sono possibili commenti che siano visibili agli altri per evitare una possibile spirale virale negativa.
Nel caso di Enel non viene criticato il servizio in quanto tale ma sicuramente il costo dell'energia più elevato in tutta Europa, un fatto ben conosciuto da tutti che viene più volte rimarcato come uno dei fattori primari della perdita di competitività del sistema Italia oltre che come una spesa onerosa da affrontare per le famiglie Italiane, oltretutto in un momento storico come quello attuale di grave recessione economica il dissenso delle persone tocca livelli altissimi mai raggiunti prima e la campagna guerrieri che professa una vicinanza da parte dell'azienda alle persone si configura nell'immaginario collettivo come una presa di giro verso chi quotidianamente fa fatica ad andare avanti anche per gli altissimi costi di luce e gas. Nel caso della campagna guerrieri di enel sarebbe stato meglio affidarsi a semplici video da far circolare anche su Internet, oltre che attraverso la televisione come è stato ampiamente fatto, come fanno molti altri brand evitando di lanciare la campagna di marketing guerrieri sui social media dove la stragrande maggioranza invece di inventarsi una storia come richiesto dalla campagna si è lanciata in invettive e prese di giro.